ALLA RICERCA DELLE NOSTRE RADICI STORICHE RIPERCORRENDO LE VICENDE CHE HANNO CONDOTTO ALLA SCOPERTA DELLA VERA TITOLARIETA' DELLO STABILE ED AL SUO TEMPORANEO RIUSO A SCOPI CULTURALI PER LA COMUNITA' SUTRINA
Quale doverosa premessa, va detto che la nostra chiesa di S. Francesco risulta l'unica in cui campeggia, non a caso, un enorme stemma del Comune di Sutri, la cui presenza dovrebbe rappresentare un richiamo al nostro senso di appartenenza. Ma le dimensioni e la posizione di quel maestoso Saturno a cavallo inducono a considerarlo un vero sigillo che contrassegna la titolarità del Comune sull'intero complesso monastico compresa la chiesa. Tale supposizione risulta suffragata da una serie di atti che dimostrano pienamente la titolarità dell'intero compendio. Dallo studio del relativo fascicolo, reperito presso l'archivio comunale, risulta che nel 1953, preoccupanti lesioni e cedimenti del tetto e del pavimento indussero il Comune a richiedere fondi per salvare l'insigne monumento; ma, solo nel 1964 giunsero i primi insufficienti stanziamenti e, con essi, le conseguenti difficoltà procedurali, non potendosi dimostrare la titolarità dello stabile, nonostante le affannose ricerche di tecnici ed amministratori comunali. Solo dopo quattro anni di indagini, giunge la nota della Direz. Gen. Fondo per il Culto, diretta al Comune di sutri, in data 26/11/1968, posta nel video, del seguente tenore: In esito alla richiesta sopraddistinta, si trasmette copia del verbale del 24/4/1876, concernente la cessione della chiesa in oggetto dal Fondo per il Culto a codesto Comune di Sutri. Tale atto di trasferimento, denominato Processo verbale di cessione del fabbricato ad uso convento dei Padri della Penitenza in Sutri a favore del Comune di Sutri per adibirlo per l'Istruzione Pubblica'' stipulato il 24 aprile 1876, ebbe luogo sulla base di quanto previsto dall'art. 20 della L. 7/7/1866, n. 3036, ove si stabiliva che ''I fabbricati dei conventi sgombri dai religiosi saranno conceduti ai Comuni per l'uso di scuole''. Per lunghi ed interminabili anni si è ritenuto che tale cessione non ricomprendesse anche la chiesa, ma, si riferisse soltanto ai locali dell'ex convento, che oggi ospitano la sede dei nostri Ambulatorio, Banda Musicale, Croce Rossa, AVIS ed altro, in relazione ai quali non si è mai nutrito alcun dubbio sulla loro titolarità ed origine. La verità sulla appartenenza giuridica della chiesa emerge solo nella primavera del 1987, alla vigilia di un incontro con il nostro vescovo S. E. Mons Marcello Rosina: nel riesaminare tale atto di cessione, emerge finalmente la conferma incontrovertibile che lo stabile appartiene al Comune. Infatti, l'art 8 sancisce testualmente che ''la Chiesa annessa al chiostro viene pure compresa nella presente cessione'', vincolando il Comune accettante ''a tenerla aperta al culto facendola uffiziare a tutte sue spese senza che il Fondo pel Culto debba sottostare a spesa di sorta nè per la ufficiatura, nè per la conservazione del fabbricato della chiesa stessa'' [...]. Sulla base di tale determinante scoperta, e di quanto concordato con il Vescovo, durante il predetto incontro, il 24/06/1987 viene inoltrata una richiesta ufficiale destinata al medesimo. In essa, si evidenziava che l'insigne edificio, da oltre trenta anni non era più destinato al culto, stante la sua inagibilità strutturale, chiedendo, pertanto, la stipula di una convenzione per adibirlo a Centro Culturale Polivalente ad uso del Comune e della Diocesi, fermo restando il vincolo della sua natura di luogo sacro, sulla cui permanenza, il Vescovo fu irremovibile. Il 3 luglio 1987 lo stesso Vescovo rispondeva con una nota di assenso di massima, proponendo tra l'altro, l'istituzione di una commissione paritetica per l'approntamento dei necessari atti. Dopo aver acquisito le opportune conferme presso gli organi competenti, sulle orme di quanto già realizzato da altri Comuni, quali Bolsena, Capranica e Tuscania, si giunse al perfezionamento di una bozza di convenzione. Successivamente, il 7 aprile 1989 pervenne il nulla osta del Vescovo, al quale fece seguito, il 17 aprile 1989, la immediata stipula della Convenzione per il riuso della chiesa. La convenzione divenne immediatamente valida ed efficace dopo il VISTO RESO ESECUTORIO del 26/08/1989 espresso dal competente CO.RE.CO.. A tal proposito, giova aggiungere che nella parte storica di tale convenzione, figura una premessa essenziale e basilare, tendente a precisare che la titolarità della chiesa venne acquisita il 24 aprile 1876. Tale legittima titolarità poneva di per sè il Comune al di fuori del campo di applicazione delle innovazioni introdotte dalla riforma del 1985. Il suo diritto di proprietà, sacro ed inviolabile, acquisito da oltre un secolo, per quanto poco noto, non poteva essere intaccato, con la istituzione del Fondo edifici di culto, presso il quale confluirono solo gli edifici non aventi una precisa titolarità patrimoniale. Per alcuni e felici anni il Comune ha direttamente gestito e disciplinato il riuso della Chiesa per eventi di cultura, arte e spettacolo, secondo le regole concordate. Fino a quando ebbe luogo la celebrazione di una funzione religiosa che sancì, di fatto, il ripristino del prioritario impiego dell'edificio per il culto. Tale atteggiamento venne, poi, a consolidarsi ulteriormente a seguito della temporanea inagibilità della Cattedrale, durante i lavori di ristrutturazione. Si dovette, quindi, dedurre che la predetta convenzione risultava disapplicata, vanificando in tal modo e senza alcun rispetto, gli accordi faticosamente raggiunti tra la Curia ed il Comune. Ad ulteriore conferma di quanto dimostrato, si rende opportuno tornare al predetto art. 8 della predetta convenzione, nel cui contesto appare evidente che il Comune disponeva anche del relativo diritto di patronato, in quanto vi si stabilisce testualmente che: qualora venga dal Comune destinato un religioso monaco all'uffiziatura, deve questo essere preventivamente approvato d'autorià...[...]. Dal diritto canonico si apprende che lo ius patronato, si ita ferant legitime locorum consuetudines, consente al detentore di tale prerogativa, di poter apporre il proprio stemma. Più recentemente, a suffragare ulteriormente la piena titolarità conseguita dal Comune, si è aggiunta una ulteriore conferma, costitita da una specifica citazione, riportata in uno studio sulla famiglia Mezzaroma, reso noto da Luigi Zuchi, nel luglio 2017. In tale atto deliberativo si evidenzia, tra l'altro, che il Consiglio Comunale, in data 8/10/1887, autorizza l'apertura di una porta laterale a favore del Cappellano, dimorante nella abitazione posta accanto alla chiesa. Sulla base di tale concessione accordata dal Comune, e, non dalla Curia, il 18/11/1887, viene stipulato un accordo a favore del Comune stesso, recante la precisa definizione dei limiti e delle modalità di impiego di tale concessione. Segue, per gli uomini di buona volontà, dediti a forme di cittadinanza attiva, una breve rassegna degli atti ufficiali citati e non solo... a dimostrazione di quanto esposto e del pricipio che tutto passa, ma lascia traccia...
RINGRAZIAMENTI: All'allora studente di architettura Luigi Franciosini, oggi docente universitario, al quale dobbiamo la redazione di numerosi studi, ricerche e progettti sulla chiesa, offerti al Comune. A Lorenzo Cruciani per il determinante supporto nelle ricerche condotte presso il Comune.