Segue una rassegna di filmati che, fin dagli anni cinquanta, in una sequenza quasi incalzante, testimoniano il lungo e perdurante abbandono del complesso rupestre di Santa Fortunata. Tra le tante denunce rievocate, spicca una brillante e dirompente azione di richiamo ad intervenire, andata in onda nel 1985, in una delle non poche puntate dedicate a Sutri, nell'ambito della ben nota serie TV, conosciuta come Bell'Italia. Del tutto inconsuete risultarono le relative riprese, grazie all'intraprendenza della troupe, ispirata, ancora una volta, dall'infaticabile Dino Martini, si giunse a produrre effetti veramente speciali. Con una ingegnosa magia scenica venne riattivata temporaneamente la storica fonte, e, svolto un rapido casting tra le giovani autoctone. Quindi, venne messo in scena il sacro rito delle puerpere che attingono l'acqua sgorgante dalla roccia tufacea, sperando di avere un buon allattamento. Grazie a questa ricostruzione scenica, possiamo ancora oggi rivivere le stesse emozioni che provavano le giovani mamme nel momento in cui si accingevano a compiere questo tradizionale atto di devozione a Santa Fortunata. Il 13 luglio era la giornata dedicata a questo rito che sopravvisse fino ai primi anni sessanta dello scorso secolo. Tra i pochi interventi di recupero, andati in porto, vengono ricordati i distacchi degli affreschi sopravvissuti, non solo al degrado del tempo, ma, soprattutto agli innumerevoli tentativi di furto. Dopo aver sostituito, più volte, il lucchetto della porta di accesso alla chiesa ed intensificato la vigilanza durante la notte, divennero, infatti, prioritarie ed improcrastinabili le operazioni di distacco. Eravamo in un perioido, in cui l'attenzione era concentrata sul decollo del Parco Archeologico, ma non mancò l'apporto determinante di personaggi che lasciarono il segno: tra i quali Ezio Mitchell, Marcello Zoli, il gen Momo Mancinelli. La loro opera stimolò gli amministratori locali e le Istituzioni a non accontentarsi dei distacchi. Ne scaturì anche un progetto di recupero e valorizzazione dell'intero complesso, neanche troppo ambizioso, ma, non trovò adeguati sostegni finanziari, stanti i notevoli impegni già assunti per la salvaguardia e valorizzazione di molti altri monumenti... Per chi volesse approfondire l'analisi storica, e, non solo: segnalerei l'ampio studio accessibile sul sito duemmepi.altervista.org andando in ''archivi '' alla data giugno 2015, peraltro, arricchito da una bibliografia veramente esaustiva...l'autore merita un vero elogio...